Biomassa, un termine in voga che sottintende ricadute positive sull’ambiente. In realtà anche la resa economica della sua produzione con gli scarti di Paulownia è grande.
Dobbiamo innanzitutto rendere ancora una volta grazie ad una Ricerca in continua evoluzione e che ha reso possibile questo connubio, ampliando a vari settori la rendita derivante dalla coltivazione di questa pianta.
Approfondiamo dunque questo aspetto. L’affermarsi di nuove tecnologie, la sensibilizzazione da parte dei Governi al sistema Terra e la ricerca scientifico-tecnologica hanno dato il via alla possibilità di produrre energia rinnovabile e pulita tramite la biomassa che deriva dalla combustione della parte legnosa di scarto, ad esempio da rametti, foglie, potature e altro ancora.
Tutti questi fattori hanno però aperto la questione etica connessa a questa soluzione perché, per essere davvero valida sul piano ambientale, non deve andare ad intaccare il patrimonio boschivo attualmente esistente. In materia sono state pertanto stabilite regole ben precise a livello di Unione Europea.
Per questo motivo la Ricerca ha indagato al fine di poter ottenere facilmente e in modo veloce biomassa ed è ormai certificato che il combustibile derivato non solo dal tronco, ma dal cippato, dal pellet, dai truciolati successivi alla lavorazione del legno e da tutto il materiale di scarto della pianta di Paulownia è posto in classe considerata “a alto livello energetico”.
Va da sé che la scelta di puntare sulle piantagioni di Paulownia ha un valore aggiunto poiché il ricavo in termini economici non è più limitato all’industria alimentare e alla commercializzazione del legname ma si diversifica senza porre costi aggiuntivi a livello sia di terreni che di forza lavoro o materiale impiegato.
Non è questo però l’unico valore che racchiude opportunità molteplici nella coltivazione di questa meravigliosa pianta. Di ognuna di esse parleremo in dettaglio settimana dopo settimana e, naturalmente, siamo sempre a disposizione per qualsiasi chiarimento.