“Ogni cosa tu possa immaginare, la Natura l’ha già creata”.
Con questa affermazione di Einstein vogliamo partire per rimarcare che la scelta di affidare il Futuro verde del nostro Pianeta all’estensione delle coltivazioni di Paulownia anche in Occidente trova radici solide nel passato millenario che questa pianta ha in Cina e Giappone. Paesi da cui proviene, e dove le sue virtù sono riconosciute al punto da averne permeato tradizioni, storia e cultura e essere nel cuore di questi popoli.
Non dobbiamo lasciarci confondere dal nome a noi noto, che le fu attribuito nel 1835 in onore alla principessa di Danimarca Anna Paulowna, figlia dello zar Paolo I di Russia, quando questo bellissimo albero fu importato in Europa dalla Compagnia Olandese delle Indie Orientali, affascinando da subito per la sua capacità di adornare i parchi e creare ombra e note di colore.
Vi chiediamo lo sforzo di fare un balzo nel Tempo e nello Spazio e andare, con l’immaginazione, nelle Terre da cui proviene.
Come già anticipato, la diffusione di questa pianta nei Paesi del Sol Levante è antichissima e il suo fascino talmente radicato da essere parte integrante di una cultura che, a tutt’oggi, associa le potenzialità pratiche a quelle estetiche, tanto che la sua bellezza è considerata simbolo di sacralità e la sua ricerca ha il fine di infondere equilibrio e virtù interiore per chi se ne circonda. In particolar modo in Cina si ritiene che i suoi fiori, dal colore e profumo delicato e intenso allo stesso tempo, indichino la benevolenza degli Dei e attorno ai luoghi sacri spiccano sempre esemplari della varietà “lilacina”, quella più spettacolare a livello estetico.
Non a caso i nomi a lei attribuiti, in quei luoghi, sono suggestivi e simbolici, per fare due esempi “Albero dell’Imperatore” o ancora “Albero di Smeraldo” ma altri ancora potrebbero essere citati.
Varie le tradizioni che sono legate a questa pianta e non basta certo questo articolo a elencarle tutte. Essendo fonte di un legname tenero, chiaro e difficilmente infiammabile, veniva utilizzata per costruire cassapanche in cui conservare gli oggetti più preziosi nonché vere e proprie strutture di abitazioni. In particolare, alla nascita di una figlia femmina, era usanza piantare nel giardino di casa un albero di Paulownia che, al momento delle sue nozze, veniva tagliato per ricavarne il legname per costruire un mobile raffinato in cui riporre il corredo nuziale e in particolar modo i suoi kimoni più belli.
Come abbiamo detto, si usava chiamarlo anche Albero dell’Imperatore ed infatti spesso una sua immagine era finemente riprodotta sulle sue vesti. Inoltre, in questi Paesi, solo ad un’imperatrice era permesso averne un esemplare vicino alla tomba.
Ma la Paulownia era anche utilizzata dalle Geishe, che ne ricavavano particolari ramoscelli essiccati con cui valorizzavano l’intensità del loro sguardo tramite lo scurimento delle sopracciglia.
Data la leggerezza del legno, era un ottimo materiale per la costruzione di strumenti musicali e, essendo il suono di quelli orientali alla maggior parte di noi per lo più sconosciuti segnaliamo che in Occidente sono stati utilizzati per la realizzazione delle chitarre della Fender usate da un artista del calibro di Jimi Hendrix.
Speriamo, con questo ultimo particolare, di avervi invogliato a scoprire di più su questa pianta dal cuore profondo e radici davvero solide!